giovedì 20 settembre 2012

Mare Chiuso recensito su ComboniFem

Il film ci ricorda cosa rappresenta il mare per chi d’estate non fa vita di spiaggia ma lo attraversa sui barconi, in fuga da una guerra o in cerca di una vita migliore. Gli stessi barconi che, tra maggio 2009 e settembre 2010, furono respinti nel Mediterraneo verso la Libia dalla marina e polizia italiane. Che cosa succedesse poi in Libia non era competenza del nostro governo che tranquillizzava l’opinione pubblica in forza di accordi stipulati con l’allora presidente Gheddafi.
Così, nel disinteresse più o meno generale, si consumava il destino di migliaia di persone consegnate a violenze e abusi di ogni genere ad opera dei funzionari libici (e della silenziosa complicità italiana). Con la guerra del 2011, molti migranti imprigionati nelle carceri riuscirono a scappare in Tunisia e, tra loro, alcune vittime dei cosiddetti “respingimenti”. I registi li hanno incontrati nel campo profughi di Shousha e hanno raccolto le loro testimonianze, narrazioni dignitose e tristissime che arrivano dritte al cuore. Per il ricorso presentato da alcuni di loro alla Corte Europea per i Diritti Umani di Strasburgo, l’Italia è stata condannata a risarcire queste vittime della sua politica insensata. Però non basta, è solo una goccia nel mare che rischia di tornare chiuso alla speranza. (Laura Bottega Bertolotti)

MARE CHIUSO
Andrea Segre e Stefano Liberti
2012 – Italia 
 
http://www.combonifem.it/articolo.aspx?t=LB&a=5291

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