Sarebbero stati 136 gli extracomunitari a bordo del barcone affondato
la notte scorsa a circa 12 miglia a Sud di Lampedusa. Tra loro ci
sarebbero state anche dieci donne e 5 bambini. A riferirlo è il comando
generale delle Capitanerie di Porto che ha raccolto i racconti dei
superstiti. Fino ad ora le persone tratte in salvo sono 56, mentre un
corpo senza vita è stato recuperato intorno alle 11 di oggi. Nel tratto
di mare dov'è avvenuta la tragedia continuano le operazioni di ricerca
degli altri 79 immigrati, per i quali di ora in ora la speranza di
ritrovarli in vita si affievolisce.
Fortemente scossi i 5 minori rimasti in acqua per ore
Provati fisicamente e fortemente scossi per il dramma vissuto dopo
esser rimasti in acqua per ore cercando di raggiungere a nuoto
l'isolotto di Lampione: queste le condizioni dei 5 minori non
accompagnati che risultano al momento presenti tra i migranti tunisini
superstiti del naufragio nei pressi di Lampedusa. A riferilo gli
operatori di Save the Children che forniscono supporto ai minori e ai
bambini presso il Cpsa di Contrada Imbriacola dall'inizio della ripresa
degli sbarchi.
Boldrini: le morti in mare di intere famiglie sono una tragedia dei nostri tempi
«Le morti in mare di intere famiglie, bambini e giovani, in fuga
dalla guerra e dalla povertà sono una delle peggiori tragedie dei nostri
tempi che si preferisce non vedere», afferma la portavoce dell'Alto
commissariato per i rifugiati dell'Onu(Unhcr), Laura Boldrini.
«Quest'anno il numero degli arrivi in Italia è drasticamente diminuito
rispetto allo scorso anno - ha sottolinea Boldrini - via mare sono
giunte ad oggi 7 mila persone mentre, lo scorso anno, anche a seguito
della guerra di Libia e delle primavere arabe ne erano arrivate 50
mila». Eppure anche a fronte di una tale significativa riduzione,
«secondo le nostre stime, e senza considerare il numero dei dispersi nel
naufragio odierno, il numero dei morti e dispersi in mare nel tentativo
di raggiungere l'Europa è quest'anno di 283 persone». Per Laura
Boldrini «al di là delle responsabilità specifiche dei singoli naufragi,
su cui è di primaria importanza fare chiarezza per evitare che il
Mediterraneo diventi una sorta di terra di nessuno dove vige l'impunità-
dice ancora Boldrini - vi è una responsabilità collettiva legata
all'indifferenza e al considerare tutto ciò ineluttabile, anzichè
cercare soluzioni concrete per evitare che ciò si ripeta».
Save the children: necessario un veloce trasferimento dei minori
Per Save the Children è necessario il veloce trasferimento dei
minori non accompagnati ancora nell'isola. Attualmente secondo i dati
forniti dall'associazione sono 51 i minori soli, presenti da più giorni
nel Centro di Pronta Accoglienza di Lampedusa. Dal 18 agosto 2012 a oggi
sono 77 i minori stranieri non accompagnati (la maggior parte somali ed
eritrei tra i 12 e i 17 anni, tra cui 2 ragazze) giunti dalla Libia a
Lampedusa. La maggior parte - 51 (di cui 27 somali, 14 eritrei, 8
ghambiani, 1 senegalese e 1 del Mali fra i 12 e i 17 anni) - si trovano
ancora presso il Centro di Pronta Accoglienza dell'isola in condizioni
precarie e inadeguate. «Nelle notti scorse, per evitare di dormire
accalcati nell'area riservata alle donne con bambini piccoli, alcuni di
essi hanno preferito dormire all'aperto o in situazione di promiscuità
con gli adulti. Si tratta di condizioni non accettabili e che certo non
corrispondono agli standard di protezione e accoglienza che dovrebbero
essere assicurati ai minori migranti soli», spiega Valerio Neri,
direttore generale Save the Children Italia
Il sindaco Nicolini: siamo profondamente addolorati per le vittime
«Siamo profondamente addolorati per le vittime del naufragio«. Così
il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, a Radio 24 commenta la tragedia
del naufragio. «Quella che abbiamo alle spalle é stata un'estate
tranquilla, con pochi sbarchi, anche il turismo non ne ha risentito».
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