domenica 8 luglio 2012

Mai più respinti! La proiezione di Zagarolo (RM)

Una ventina di persone hanno assistito lo scorso mercoledì 20 giugno alla proiezione del docufilm MARE CHIUSO presso la Sala Teatrino di Palazzo Rospigliosi a Zagarolo, sede pressoché permanente delle nostre attività. Raccogliendo l’invito giunto da Zalab, abbiamo aderito con entusiasmo all’iniziativa promossa in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, tanto più che ci è parso subito il modo migliore per concludere il nostro ciclo di proiezioni prima della pausa estiva.

Non siamo ancora abituati, né forse ci troveremo mai nella condizione di doverci abituare alle folle oceaniche che fanno la ressa dinnanzi alle porte della Sala per assistere alla proiezione dei film e dei documentari che da due anni a questa parte proponiamo come percorso di riflessione, crescita e dialogo: il territorio su cui operiamo, e in cui abbiamo scelto di vivere, non è facile da “conquistare” alle tematiche della solidarietà e dell’amicizia tra i popoli. Non che questo stato di cose ci abbia demoralizzato o spaventato, semplicemente ci rendiamo conto che c’è ancora tanto lavoro da fare, da qui l’entusiasmo nel voler proporre il bellissimo film di Stefano Liberti e Andrea Segre la cui visione abbiamo condiviso con quanti possiamo oramai considerare degli aficionados e qualche faccia nuova che di volta in volta si aggiunge al nostro pubblico, contribuendo così a comporre un ancor piccolo ma importante mosaico interculturale.
Al termine della proiezione, mentre ancora scorrevano i titoli di coda e si andavano riaccendendo le luci della sala, a stento tutti abbiamo trattenuto lacrime di sincera e forte commozione per la storia del papà che ha potuto finalmente riabbracciare la moglie e stringere a sé per la prima volta la figlia che non aveva potuto veder nascere, mentre durante il film non di rado si sono alzati mormorii di disapprovazione per i comportamenti dei nostri connazionali riportati dalle testimonianze dei migranti che pure, con dignità e umanità non portavano rancore né esprimevano odio, sofferenza sì, delusione per i sogni spezzati e per aver capito quanto l’idea che si erano fatti del popolo italiano fosse tanto lontana dalla realtà fatta di centri di identificazione ed espulsione, accordi meschini e disumani con il governo libico, umiliazioni e vessazioni gratuite, la legge statuale del più forte verso il più debole. Non rancore, dicevamo, né odio ma la speranza enorme e bellissima che quanto da essi sofferto possa servire da monito a ché non accada mai più che un uomo scacci un altro uomo che fugge dal proprio Paese, costretto dalla violenza della guerra o spinto dal bisogno ad abbandonare la casa e la famiglia, ma che impari ad accoglierlo e ad essere con lui solidale e con lui a riconoscersi parte di una comune umanità.



Circolo di Cultura Cinematografica
CinefilAnti

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